L'ERBA MEDICA (medicago sativa Lam.)
L'erba medica è la Regina delle foraggere essendo la pianta foraggera per eccellenza più diffusa al mondo e in Italia (nel nostro Paese risultano, infatti, investiti a tale coltura circa 1.300.000 ettari). Da noi è chiamata più comunemente come ERBA SPAGNA, mentre in Francia e in Germania si chiama LUZERNE, in America ALFALFA (da notare che gli americani la definiscono anche GREEN GOLD vale a dire ORO VERDE per l'alto valore nutritivo).
LE SUE ORIGINI
Originaria della regione del Turkestan, è stata diffusa dai nomadi ad oriente (India e Cina) ed ad occidente, attraverso la Persia, dove è giunta in Grecia nel IV sec. a.C. ed in Italia nel I sec. a.c. Dopo la caduta dell’Impero romano, la sua coltivazione fu abbandonata. Reintrodotta dagli Arabi in Spagna, da qui si diffuse di nuovo dapprima in Europa (da cui il nome volgare di erba spagna) e poi nelle Americhe ad opera dei conquistatori. L’introduzione in Africa meridionale, Australia e Nuova Zelanda è fatta risalire al XVIII sec.
CARATTERISTICHE PRINCIPALI (PREGI E DIFETTI):
- Elevata produttività, grande longevità e capacità di ricaccio, con foraggio di grande qualità ed elevato valore proteico
- Migliora le proprietà fisiche e chimiche del terreno
- Non necessita di concimazioni azotate grazie alla simbiosi con il Rizobium Meliloti, che è in grado di fissare l’azoto atmosferico
- E' molto resistente alla siccità grazie al suo apparato radicale molto profondo (dopo il 1° anno d’impianto raggiunge già i 3 metri di profondità)
- Si adatta soprattutto nei terreni profondi di medio impasto o argillosi, mentre soffre i terreni sciolti, che sono poveri di potassio e di calcare
- Non tollera nemmeno i terreni a reazione acida: il Ph del terreno deve essere compreso fra 6,5 e 8,0 (con valori di Ph inferiori la simbiosi rizobica s'instaura con difficoltà e ne è compromessa la durata.
- Resiste bene alla salinità e all'alcalinità del terreno
- Contiene un rapporto calcio/fosforo molto elevato
- Soffre le alte temperature accompagnate da alta umidità
- Particolarmente sensibile ai ristagni d'acqua, specialmente se è in vegetazione, che possono portare all’asfissia dell'apparato radicale e alla morte
- Presenta difficoltà per la fienagione, che spesso è accompagnata da notevoli perdite
CLIMA ED ADATTAMENTO AMBIENTALE
- Temperatura ottima d’accrescimento: 20 - 25 °C
- Temperatura di arresto crescita attiva: 5 °C
- Temperatura massima d’accrescimento: 35 - 40 °C
- Vegeta su terreni ben esposti al sole fino a 1200 metri s.l.m.
- Tenere presente che tra l'ultimo taglio e le prime gelate devono intercorrere circa quattro settimane: infatti, la parte aerea si sviluppa a spese delle riserve radicali e solo con una buona copertura fogliare la pianta inizia nuovamente la deposizione di sostanze di riserva nelle radici
IMPIEGHI
Tipica coltura da sfalcio da effettuarsi da inizio fioritura fino al 50% di tale stadio. Il prodotto può essere destinato:
- al consumo fresco, a dosi giornaliere non troppo elevate per evitare il meteorismo
- alla fienagione avendo cura di effettuare lo sfalcio al “bottone fiorale – inizio fioritura” e di ridurre al minimo le perdite di foglie (più ricche di proteine)
- all'insilamento come fieno – silo nei sili cremaschi e ciclatori dopo pre-essicazione in campo fino al 60% di s.s.
- all'insilamento come erba – silo nei sili a trincea dopo pre-essicazione in campo fino al 30% di s.s.
- alla disidratazione per ottenere farine di medica da usare anche per l’alimentazione dei monogastrici
- alla disidratazione per ottenere foraggi trinciati da usare anche per l’alimentazione dei poligastrici a produzione di latte
LA SCELTA DEL SEME
La scelta del seme deve essere effettuata in base alle caratteristiche di produttività, del terreno, qualità del foraggio, longevità, resistenza alle avversità parassitarie specifiche, adattamento all’ambiente. Un elemento importante della adattabilità è costituita dal grado di resistenza all’inverno, che è determinata dalla dormienza. La dormienza consiste, infatti, nella attitudine della pianta ad arrestare l’attività vegetativa in inverno per un periodo più o meno prolungato: durante la stasi vegetativa le piante, essendo in riposo, non sono danneggiate dal gelo. Per gli ambienti settentrionali sono da utilizzare varietà dormienti, mentre negli ambienti centromeridionali varietà semi-dormienti o non dormienti.
LA TECNICA COLTURALE
In genere la medica viene inserita in rotazione dopo un cereale e viene seguita da una sarchiatura (mais) o ancora da un cereale. In sostanza il medicaio non può succedere a sé stesso a causa dell’accumularsi nel terreno di sostanze tossiche e parassiti.
CONCIMAZIONE
La medica instaura una simbiosi con i rizobi del terreno. Il rizobio penetra nelle radici, forma dei tubercoli, dove, tramite un enzima, fissa l’azoto atmosferico, che viene ceduto alla pianta, che così non abbisogna di somministrazioni azotate.
Va evitata anche la distribuzione di liquami in copertura, che danneggia le piante e favorisce lo sviluppo di infestanti.
Dosi consigliate:
- all’aratura: 40 t/ha di letame, integrate da 50-80 Kg/ha di P2O5 in terreni poveri di fosforo. Se non è disponibile il letame, in terreni poveri possono essere somministrati 100-200 Kg/ha di P2O5 e 150-250 Kg/ha di K2O;
- alla semina: concimazione azotata molto ridotta (35-40 Kg/ha) per sostenere la pianta nei primi stadi di sviluppo, quando cioè la simbiosi non si è ancora instaurata;
- negli anni intermedi: solo se il terreno è povero di potassio, è necessario intervenire a fine inverno con 80-100 Kg/ha di K2O;
- nell’ultimo anno: per incrementare la produzione apportare con 100-150 Kg/ha di azoto a fine inverno o alla levata.
SEMINA
Inizia con un’aratura abbastanza profonda di 35-45 cm. La preparazione del letto di semina deve essere accurata come per tutte le specie a seme piccolo; per un’emergenza omogenea e pronta è bene rullare il terreno prima e dopo la semina.
Epoca di semina: l’ideale è quella primaverile (in genere marzo). Può avvenire anche nel primo autunno (fine agosto-primi settembre) per consentire alla coltura di raggiungere uno sviluppo tale dell’apparato radicale, e quindi delle riserve in esso accumulate, da consentire il superamento dell’inverno ed una pronta ripresa primaverile.
Modalità di semina: a file distanti 12-15 cm., od a spaglio.
Profondità di semina: 1-1,5 cm. al massimo.
Quantità di seme: 30-40 Kg/ha; la dose più alta va impiegata nei terreni più pesanti o con preparazione meno accurata.
DISERBO
Nella coltura dell’erba medica da foraggio si consiglia di intervenire con il diserbo chimico solo in caso di reale necessità. Infatti, nell’anno di impianto, in buone condizioni di preparazione del terreno e con una semina effettuata correttamente, la medica riesce a contrastare lo sviluppo delle infestanti grazie a un’emergenza rapida e omogenea: nel periodo dell’insediamento perciò in genere è sufficiente uno sfalcio di pulizia. Possono, tuttavia, rendersi necessari interventi contro dicotiledoni annuali o poliennali e contro monocotiledoni sia in fase d’impianto, che negli anni successivi. In pre-semina si può impiegare il Benfluralin, attivo contro numerose dicotiledoni ed alcune graminacee. E’possibile anche il diserbo in pre-emergenza, grazie alla registrazione del Neburon per tale coltura; questo principio attivo agisce soprattutto sulle dicotiledoni. In post-emergenza delle infestanti si può ricorrere a dissecanti quali il Glufosinate-ammonio e il Glisofate, quest’ultimo da impiegarsi solo con attrezzature selettive; dallo stadio di sviluppo delle infestanti di 2-3 foglie a quello di circa 8 cm di altezza, o dell’inizio dell’accestimento per le graminacee, si possono impiegare il Quizalofop-etile e il 2,4-DB, efficace contro chenopodio, amaranto, ranuncolo e romice. Nel medicaio in produzione, il diserbo va fatto durante il riposo vegetativo invernale; in tal modo, da un lato l’efficacia del prodotto è favorita dal più lungo periodo di azione e dalla maggiore umidità del terreno, dall’altro le piante di medica hanno il tempo di riprendersi da eventuali danni subiti; tuttavia per alcuni prodotti è possibile l’impiego subito dopo gli sfalci. Nel tardo autunno, sul medicaio in riposo, si possono impiegare Metabenztiazuron, Metribuzin, Monolinuron, Secbumeton e la miscela Clorprofam + Diuron; essi sono attivi contro le graminacee e, soprattutto il secondo, contro numerose
dicotiledoni. Per trattamenti alla ripresa vegetativa o subito dopo gli sfalci estivi si impiega il Dalapon, che agisce su graminacee e dicotiledoni. Inoltre contro la cuscuta sono efficaci Propizamide (alla ripresa vegetativa o dopo il primo taglio) e DNOC (sulle chiazze sfalciate). Infine contro i romici si possono impiegare il 2,4-DB e l’Azulame, quest’ultimo, da usarsi una volta l’anno.
IRRIGAZIONE
La medica è dotata di una radice fittonante molto profonda, in grado di utilizzare anche l’acqua che si trova in profondità nel terreno. In condizioni estreme di siccità la medica risponde bene all’irrigazione con incrementi produttivi anche rilevanti.
COME CONSOCIARLA
Negli ambienti ideali per la medica la coltivazione in purezza rappresenta la soluzione più razionale. La consociazione con le graminacee si pone come scelta valida nelle zone a clima più fresco dove la disponibilità di acqua è sufficiente anche nel periodo estivo e consente perciò un buono sviluppo delle graminacee. Altri vantaggi della consociazione sono:
- aumento della longevità del prato grazie alla maggiore persistenza delle graminacee
- azione protettiva delle graminacee sull’erba medica nei confronti del freddo
- foraggio con composizione più equilibrata e quindi minori difficoltà di utilizzazione
Le graminacee più indicate per la consociazione sono l’erba mazzolina e la festuca arundinacea con semina a righe alterne semplici o binate o con semina incrociata delle due foraggere. Per tali graminacee è bene orientarsi verso varietà tardive che spigano in prossimità della fioritura dell’erba medica in quanto è possibile sfalciare il prato quando entrambe le componenti si trovano al giusto stadio di utilizzazione. Ciò a vantaggio della quantità e qualità del foraggio ottenuto e della longevità del prato. Dose per la consociazione: - erba medica: 15-20 Kg/ha - graminacee: 15-20 Kg/ha.
LISTA VARIETALE DISPONIBILE PER LA CAMPAGNA AGRICOLA 2 0 2 4
(N.B. le varietà contrassegnate con (*) sono consigliate, in quanto da noi acquistate direttamente in azienda agricola dal produttore e poi in seguito selezionate)
VARIETÀ | PAESE DI PROVENIENZA | PRODUTTIVITÀ | LONGEVITÀ |
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* EZZELINA | Italia | Molto elevata | Molto elevata |
CARATTERISTICHE PRINCIPALI: taglia elevata, steli medio-fini, foglie grandi e rotondeggianti. Poca fibra e quindi ottima digeribilità, elevato tenore di proteine e di betacarotene per multifogliosità. Adatta per tutti i terreni anche quelli pesanti argillosi. Ottima resistenza al freddo e alla siccità. Resistente e persistente ai tagli frequenti e spicca per la rapidità di ricaccio. Confettata con rizobio 34%. | |||
* POMPOSA | Italia | Elevata | Molto elevata |
CARATTERISTICHE PRINCIPALI: taglia medio-alta, fusti sottili, fogliosità ottima con un elevato rapporto foglie-steli. Adatta per tutti i terreni. Indicata anche per disidratazioni. Ottima resistenza all'allettamento e ottimo sia il contenuto proteico sia la velocità di ricaccio dopo lo sfalcio. Adatta a tagli frequenti. Confettata con rizobio 34%. | |||
* GIGANTE ROMEA | Italia | Molto elevata | Molto elevata |
CARATTERISTICHE PRINCIPALI: taglia alta, steli grossi, fogliosità abbondante. Adatta per tutti i terreni. Fornisce un foraggio abbondante ma grossolano. Ricaccio molto buono. Confettata con rizobio 34%. | |||
* EMILY | Italia | Elevata | Molto buona |
CARATTERISTICHE PRINCIPALI: varietà rustica e produttiva. Classe dormienxa 6,5. Stelo medio con buona fogliosità e ricaccio veloce. Resistenza all'allettamento e al freddo: ottima. Confettata con rizobio 34%. | |||
* ISIDE | Italia | Elevata | Molto buona |
CARATTERISTICHE PRINCIPALI: garantisce elevate e costanti rese produttive, determinate da un alto rapporto foglie/steli e ad un gran numero di ricacci della corona. Soddisfa le cresciute esigenze nutrizionali delle bovine da latte e ad alta produzione: alta digeribilità della fibra ed elevato apporto proteico. Maturazione medio-precoce. | |||
FRIGOS | Italia | Buona | Buona |
CARATTERISTICHE PRINCIPALI: : pianta medio-alta, semidormiente (classe dormienza 6), varietà con fusti sottili e buon rapporto foglie-steli. Ottimo compromesso fra rusticità e qualità: rende bene sia in terreni fertili di pianura, che nelle zone collinari più asciutte o con inverni freddi. Buona digeribilità della fibra e contenuto proteico. | |||
LA BELLA CAMPAGNOLA | Italia | Buona | Media |
CARATTERISTICHE PRINCIPALI; taglia medio-alta, steli fini, fogliosità abbondante. Adatta per tutti i terreni ma soprattutto a quelli freschi e leggeri. Fornisce un foraggio di alta qualità ed appetibilità con basso contenuto di NDF (fibre neutro-deterse) e alto di proteine per multifogliosità. Ricaccio molto buono. Adatta anche alla disidratazione. | |||
CLAUDIA | Italia | Buona | Buona |
CARATTERISTICHE PRINCIPALI: varietà sintetica, classe dormienza 7, derivante da materiale genetico dell'area padano-veneta. Taglia medio-alta, fogliosità ottima (fin dalla base) e persistente anche durante la fienagione, apparato radicale molto approfondito. Elevata tolleranza a malattie fungine e batteriche. Si consiglia lo sfalcio ad inizio fioritura. | |||
LA ROCCA DEL PALLADIO | Italia | Molto buona | Molto buona |
CARATTERISTICHE PRINCIPALI: taglia medio-alta, steli fini, pianta molto ramificata, fogliosità abbondante e senza lignificazione dei fusti. Adatta per terreni freschi e leggeri, ricaccio molto veloce. |